Opzione degli Elettori temporaneamente all'Estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche e dei familiari conviventi
Gli elettori italiani che per motivi di lavoro, studio o cure mediche si trovino temporaneamente all'estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento della Consultazione Referendaria p.v., nonché i familiari con loro conviventi, potranno partecipare al voto per corrispondenza organizzato dagli Uffici consolari italiani (art. 4-bis della legge 459 del 27 dicembre 2001, modificato da ultimo dall'articolo 6, comma 2, lett. a), della legge 3 novembre 2017, n. 165).
Per partecipare al voto all'estero, tali elettori dovranno - entro e non oltre il 19 agosto p.v. - far pervenire al Comune d’iscrizione nelle liste elettorali un’apposita opzione.
E’ possibile la revoca entro lo stesso termine. Si ricorda che l’opzione è valida solo per il voto cui si riferisce (ovvero, in questo caso, per il Referendum del 20, 21 Settembre 2020).
L’opzione (vedasi modello di domanda) può essere inviata per posta, posta elettronica anche non certificata, oppure fatta pervenire a mano al Comune, agli indirizzi indicati in fondo alla pagina, riportando preferibilmente nell'oggetto della richiesta “Elettori temporaneamente all'estero”.
La dichiarazione di opzione, redatta su carta libera e obbligatoriamente corredata di copia di documento d’identità valido dell’elettore, deve in ogni caso contenere l’indirizzo postale estero cui va inviato il plico elettorale, l’indicazione dell’Ufficio consolare competente per territorio e una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti per l’ammissione al voto per corrispondenza (vale a dire che ci si trova - per motivi di lavoro, studio o cure mediche - in un Paese estero in cui non si è anagraficamente residenti per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento della Consultazione, oppure che si è familiare convivente di un cittadino che si trova nelle predette condizioni).
La dichiarazione va resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del Decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), dichiarandosi consapevoli delle conseguenze penali in caso di dichiarazioni mendaci (art. 76 del citato DPR 445/2000).